L’ottica Fish-Eye, si ama o si odia, non ci sono vie di mezzo. Ma di cosa stiamo parlando? il Fish-Eye è un obiettivo grandangolare estremo, che arriva a toccare angoli di campo vicini a 180° (alcuni arrivano anche oltre) e restituisce una immagine dalla caratteristica distorsione a barilotto pronunciatissima.
Le possibilità creative date da questa lente sono quasi infinite, c’è chi la usa per paesaggi, chi per ritratti fuori dall’ordinario, chi per astrofotografia e addirittura chi la usa per le macro e molto altro.
Le proposte sul mercato sono molteplici, si va dai rarissimi Nikon da 220° che costano migliaia di euro, ai fish-eye delle marche più conosciute come Nikon, Canon, Sigma che stanno nella fascia 500-1000 euro, questi hanno autofocus e automatismi vari, infine ci sono i Samyang e i suoi “cloni” (Rokinon, Soligor, Falcon, Vivitar), o i russi Peleng, che sono ottiche moderne senza automatismi e si trovano dai 150 ai 300 euro in media. Quest’ultimi a mio parere sono la miglior scelta come rapporto qualità prezzo, visto che la qualità non si discosta molto dai Nikon/Canon che costano il triplo e degli automatismi con un ottica del genere se ne può fare veramente a meno (vediamo dopo perchè).
Per chi vuol provare l’esperienza Fish-Eye spendendo ancor meno, esistono aggiuntivi ottici, da poche decine di euro, che danno un effetto fish-eye semplicemente montandoli come un filtro su una ottica da kit 18-55. La qualità però bassissima, si perde molta nitidezza e spuntano aberrazioni cromatiche dappertutto, quindi sono fortemente sconsigliati.
E poi giusto per curiosità, c’è chi riesce ad adattare uno spioncino da portone alla fotocamera con mezzi di fortuna e ottiene risultati degni di nota, spendendo qualche cosa come 5 euro.
Partiamo ora con qualche nozione tecnica semplice per capire come usare un Fish-Eye.
La focale è fissa (vuol dire che non si può zoomare) e di solito varia tra i 6 e i 16mm a seconda se l’ottica è stata progettata per uso su reflex full-frame/pellicola o aps-c. Ma poco cambia, si tratta sempre si una focale molto corta, che ha la caratteristica di restituire una profondità di campo ampissima. Probabilmente diaframmando un pochino (f/5.6 – f/8), e mettendo la messa a fuoco a 1 metro, avremo tutto a fuoco sempre, da circa 40cm da noi a infinito. Per i calcoli precisi vi rimando al pratico calcolatore di iperfocale che trovate qua.
Alcuni esempi per un 8mm:
f/5.6, messa a fuoco a 60cm -> tutto a fuoco da 30cm a infinito
f/8, messa a fuoco a 50cm -> tutto a fuoco da 25cm a infinito
Ecco quindi spiegato il motivo per cui possiamo comprare un Fish-Eye manual focus senza timore, per la natura dell’ottica è quasi sempre tutto a fuoco in ogni condizione.
Veniamo al discorso distorsione. Poichè l’immagine che cattura l’obiettivo è disposta “a semisfera” intorno a lui, la proiezione su un piano come il sensore o la pellicola risentirà di questa cosa e l’immagine verso i lati del fotogramma assumerà una forma tondeggiante e molto compressa. Oltre a questo tipo di distorsione, avremmo anche quella prospettica, infatti l’ottica tenderà a ingrandire molto le cose in primo piano e a rimpicciolire altrettanto quelle sullo sfondo.
Per ovviare a questi problemi vedremo tra poco alcuni stratagemmi. Parliamo ora dell’ultimo grande problema che affligge le ottiche di questo tipo: il flare. Per colpa dello schema ottico piuttosto complicato e del grande angolo di campo, nelle foto in controluce al sole, o con forti luci artificiali nella scena, non sarà raro vedere effetti di flare e ghosting apparire nella nostra foto. Spesso l’unico rimedio è cercare di ricomporre la scena posizionando le luci che danno problemi in posizione diversa, ma un grosso aiuto ci viene dato dalla bontà del trattamento antiriflesso della lente stessa. Quindi probabilmente su questo campo i Fish-Eye più costosi sono quelli che creano meno flare e ghost.
Infine vi segnalo che data la focale molto corta, i tempi di sicurezza per non avere del mosso vengono notevolmente allungati, un Fish-Eye può essere usato a mano libera anche in condizioni di luce scarsa ottenendo foto comunque nitide. Per esempio con un 8mm potete scattare a 1/10s senza problemi se avete la mano abbastanza ferma.
E ora qualche consiglio più pratico per l’uso del Fish-Eye
- Paesaggistica: il Fish-Eye è un grandangolo, estremo, con tanta distorsione, ma sempre grandangolo, e grandangolo fa rima con paesaggio! Consiglio quindi di munirsi di cavalletto e scatto remoto, si chiude il diaframma su f/8 o f/11 se siamo di giorno, f/5.6 se di notte, giusto per avere la nitidezza ottimale, si imposta la messa a fuoco poco prima di infinito (alcuni a infinito potrebbero essere tarati male) e si scatta. Se volete evitare distorsioni evidenti, consiglio di mettere la fotocamera perfettamente in bolla. L’orizzonte se sta al centro del fotogramma verrà perfettamente dritto, stesso discorso per elementi verticali come edifici ecc, più saranno vicini al centro del fotogramma e più verranno dritti e senza distorsioni. Purtroppo per la maggior parte dei Fish-Eye è impossibile usare filtri.
- Astrofotografia: l’ottica riesce a prendere porzioni di cielo immense, se non tutto. Utilissimo per riprese a grande campo, realizzazione di star-trails molto suggestivi, ripresa di Via Lattea o sciami di meteore. Tempi di posa prima di avere l’effetto scia piuttosto lunghi (varie decine di secondi).
- Ritratto (classico, si fa per dire): tenendo conto delle forti deformazioni prospettiche con questa ottica si possono fare ritratti fuori dal comune, stando molto vicini al soggetto per dare un punto di vista originale e grottesco. Per la messa a fuoco impostiamo il valore minimo (di solito 25-30 cm) o qualcosa di più. Il diaframma è sempre bene chiuderlo un pochino, tanto la profondità di campo cambia in maniera impercettibile, mentre la nitidezza può aumentare drasticamente rispetto a quella a tutta apertura. Stiamo attenti solamente a non restare inclusi noi stessi nella foto, non è per nulla raro riprendersi i piedi o le gambe del cavalletto usando un Fish-Eye. Altro consiglio utilissimo, attenti a non andare a sbattere contro il soggetto! Dal mirino della fotocamera quando si usa un’ottica del genere è molto difficile valutare la reale distanza dal soggetto: se poi state fotografando animali come cani e gatti, state attenti alle “nasate” poichè gli animali sono curiosi e si avvicinano per sentire l’odore, un incontro molto ravvicinato con conseguente macchia di grasso sulla lente da pulire subito è molto comune.
- Ritratto (discoteca e similari): oggi va di moda fotografare persone alle feste ed eventi all’aperto, chiuso, discoteca, con il Fish-Eye. Se fotografate per diletto o lavoro questo tipo di eventi, provare un’ottica del genere è quasi d’obbligo, insieme all’uso di un flash. Come al solito diaframmi leggermente chiusi, messa a fuoco intermedia (da 1 metro a quasi infinito) e giù con gli scatti. Attenzione anche in questo caso alla lente, che sporge ed è soggetta ad urto e sporco.
- Street/Reportage: il Fish-Eye restituisce un’immagine piuttosto simile al campo visivo umano, usarlo per riprendere scene street ad alto contenuto immersivo può essere una buona idea. Si lavora sempre in iperfocale, così da avere una velocità operativa notevole e non perdere l’attimo che può far la differenza tra una foto che trasmette un messaggio e una che non dice invece nulla.
- Interni: quest’ottica può tornare utile per riprendere scene in interno quando lo spazio per arretrare è poco, ma attenzione alle distorsioni rese ancor più evidenti da linee verticali marcate come muri, colonne, porte, finestre.
- Macro/Close Up: alcune lenti di questo tipo hanno una distanza di messa a fuoco minima molto corta. Ottima cosa per scattare macro ambientate ad animali e piante di piccole dimensioni.
- Strani punti di vista: la situazione in cui preferisco usare queste ottiche: come detto poco sopra la sensazione di immersione nella scena data dal Fish-Eye è incredibile! Sfruttiamo questa particolarità per creare foto da strane prospettive, punti di vista in prima persona ecc..
- Panorami/Planetoidi: per classici panorami a sviluppo verticale o orizzontale è preferibile una focale più lunga (24-35mm), tuttavia il Fish-Eye può essere usato per creare in davvero pochissimi scatti una ripresa a 360° in tutte le direzioni, in modo da realizzare poi un planetoide.
Raddrizzare una foto? Eliminare la distorsione? certo che si può, ci sono innumerevoli software datti all’uso. Io consiglio l’ottimo PTLens o il tuttofare Lightroom, riguardo quest’ultimo ho scoperto che i parametri di correzione automatica dei vari Canon e Nikon funzionano piuttosto bene anche per gli altri Fish-Eye come il Samyang. Per ottenere paesaggi più realistici partendo da uno scatto molto distorto basteranno davvero pochi click: ci ritroveremo però con una immagine dai bordi con minor qualità rispetto al centro e qualche decina di gradi di angolo di campo “mangiati”.
Ultima considerazione prima di passare alla galleria. Molti dicono che il Fish-Eye stanchi dopo pochissimo. Io non sono d’accordo: se usato con certi accorgimenti e inquadrature studiate, abbinate a una corretta esposizione per paesaggi e ritratti, possono venire fuori fotografie davvero speciali e con qualcosa in più rispetto all’ordinario, vederne una carrellata non farà di certo venire il mal di mare come molti lasciano intendere.