Pirateria musicale: non se ne sente più parlare?


E’ un po’ che non leggiamo più la quantità immane di news riguardo i “pirati musicali”, coloro che scaricano musica illegalmente da internet senza quindi pagarne il giusto corrispettivo. Internet, la grande rete che consente di scaricare in pochissimi secondi brani di vari MB, sembrava essere assediata, ma ora è tutto più silenzioso.

Sarà perchè col tempo ci sono pervenuti tanti mezzi per l’acquisto di musica legalmente a prezzi minori rispetto l’acquisto di un intero album musicale in negozio, come iTunes della Apple per esempio, che trova ampia diffusione sopratutto perchè è il programma ufficiale per la gestione di iPod e iPhone, e magari pur di rimanere nella legalità si spendono uno o due dollari per ogni mp3.

Proprio per analizzare la situazione è stata recentemente condotta un’indagine molto accurata dalla Envisional, uno dei principali nemici dei downloader fuorilegge. La relazione è disponibile per il download in formato pdf (in lingua inglese) dal sito ufficiale.

Come si evince dalla lettura del pdf, analizzando i 10mila file più popolari delle reti peer to peer atte allo scambio di file tramite torrent, si capisce come sia suddiviso il download illegale oggi.

Il 35.2% riguarda film, superato solo dalla pornografia con il 35.6% (valore più alto), seguiti dagli show televisi al 14.%, videogame 6.7%, software 4.2%, e solamente penultima la musica che raggiunge solamente un misero 2.9%. Ultimo posto per gli ebook con lo 0.2%, comunque in aumento grazie alla crescente diffusione di hardware e software atto alla loro fruizione, come il Kindle o anche l’iPad (manca uno 0.5% è vero, perchè classificato come Unidentified).

Rispetto agli anni passati, l’uso del file sharing è cambiato, se prima dominava la musica ora dominano i film, che insieme ai contenuti televisivi rappresentano quasi il 50% del totale, tralasciando la pornografia che è sempre stata in cima.